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«Quanto ai contenuti – osserva Cerqua – oggi è più difficile fare il magistrato rispetto a venti, trent'anni fa. È cambiata la società, che è più conflittuale. E le leggi, che ne sono lo specchio, riflettono questa complessità. Penso al decreto approvato a fine luglio che ha corretto, a un anno di distanza, le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ecco, nella disciplina per la salute dei lavoratori è stato inserito anche un richiamo alla responsabilità amministrativa delle società, il famoso decreto 231 del 2001. Per i giudici ora si porrà la questione di capire in che modo le due normative potranno e dovranno interagire».
Biondolillo si occupa soprattutto di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione, laddove si addensano le zone d'ombra tra criminalità, affari e politica. «In aree come queste – spiega Biondolillo – il confine fra gli illeciti non è mai nitido. Così può capitare che da un incendio si finisca per indagare su estorsioni realizzate nell'ambito del calcestruzzo, settore cruciale nell'economia dell'isola, per il controllo che assicura su appalti e opere pubbliche. Quindi particolarmente a rischio d'infiltrazioni mafiose».
Indagini che le sono costate minacce e intimidazioni per le quali è stata messa sotto protezione. «Sì, mi è capitato di subire delle minacce. Ma è un pericolo che, in qualche modo, chi fa il mio mestiere mette in conto. E comunque ci sono colleghi che vivono situazioni più difficili della mia. Io vado avanti per la mia strada. E poi, da quaggiù si vede un mare così bello».